“Uno degli assi per uscire dalla crisi sono le infrastrutture e tra queste gli aeroporti regionali. E’ per questo che la Regione ha deciso di entrare nella società Aeroporto di Frosinone, per questo ho già firmato per avviare la convocazione della conferenza di servizio, subito dopo ci dovremo occupare del bando.

Nel frattempo per l’Aeroporto internazionale di Viterbo si partirà con il bando per la ferrovia con 400 milioni di fondi europei e con gli altri 600 stanziati dal Governo.

Questa è la nostra risposta razionale su questo argomento.

Roma e il Lazio hanno un hub per il sistema paese e per il sistema dei territori: Fiumicino, un hub intercontinentale per il mediterraneo; Viterbo che ospiterà a nord l’aeroporto internazionale per i low cost.

Poi serviva un buon aeroporto regionale, scelta che era di competenza della Regione: su questo le polemiche non hanno senso. Abbiamo scelto Frosinone, lo abbiamo fatto tenendo sempre informato il Governo e il commissario Ue Tajani.

Su questo non si possono fare battaglie di parte, è una battaglia di tutto il Lazio. Quindi, Frosinone e Viterbo stiano tranquille, insieme a Fiumicino saranno l’hub del Lazio”.

Un aereoporto ecologico

Si è svolta una prima conferenze (ne sono previste altre quattro) per stabilire il percorso progettuale del futuro aeroporto di Viterbo.

Nel corso dei lavori, ai quali hanno partecipato molti esperti di sostenibilità ambientale applicata al settore degli aeroporti, per delineate le linee guida di realizzazione.
E' stata confermata l'eventualità di costruire un aeroporto ecologico con le seguenti caratteristiche:
1. autoproduzione di energia grazie al contributo integrato di solare fotovoltaico, geotermia e biomassa a filiera corta che recuperi il sistema agricolo locale, anche con sistemi ad idrogeno;
2. una gestione dei rifiuti basata sulla raccolta differenziata, anche con sistemi pneumatici e sulla cogenerazione capace di produrre energia;
3. una gestione delle acque in grado di limitare gli sprechi attraverso una rete duale per acqua potabile e servizi ed il ricircolo dell’acqua del servizi. Il ricircolo dovrebbe avvenire attraverso la filtrazione e disinfezione delle acque di pioggia e di ruscellamento superficiale, anche con fito-bio-depurazione.
4. Un sistema architettonico passivo capace di limitare i consumi di energia.
Dal punto di vista dell'impatto ambientale è previsto il solo utilizzo di vegetazione con capacità di assorbimento di inquinanti, l'utilizzo di energia elettrica relativamente agli aeromobili a terra, l’uso di auto eletticche ed agevolazioni nelle tariffe per gli aerei che utilizzano carburanti ecologici.
Per quanto riguarda le rotte, esse verranno appositamente progettate in modo da limitare il rumore al suolo, con la possibilità di installare dei sistemi di compensazione per le abitazioni che si troveranno nelle vicinanze delle vie di atterraggio e decollo, ovvero sistemi di isolamento termo/acustico in grado di assorbire integralmente il rumore degli aeromobili.
Inoltre un avanzato sistema di monitoraggio fornirà in tempo reale, dati sulla qualità dell’aria nella zona di Viterbo.
Questo piano pone Viterbo in pole position nel settore dell’attenzione alla qualità dell’ambiente
ed alla salute degli abitanti.
Inoltre è stato fondata, con sede a Viterbo, la "Società Italiana per la sostenibilità ambientale degli aeroporti", in modo da trasferire al resto del mondo aeroportuale, le innovazioni ambientali e tecnologiche che verranno realizzate nel futuro aeroporto di Viterbo.

Aeroporto

A Viterbo un aeroporto davvero ecologico?  Riflessioni

Sarà Viterbo la città che entro il 2010 ospiterà il terzo aeroporto internazionale del Lazio, destinato ad avere la maggior parte dei voli low-cost,che con tutta probabilità abbandoneranno progressivamente l’aeroporto di Ciampino.

In virtù di questa notizia, è bene sottolineare quanto l’aspetto della sostenibilità ambientale, con cui lo scalo viterbese viene presentato, sia fra gli slogan preferiti.

Certo, fa un po’ sorridere il fatto che un aeroporto, proprio perchè luogo di transito di mezzi particolarmente energivori e per la sua struttura estremamente dispendiosa da mantenere, possa essere definito “ecologico”.

Non sapremo mai inoltre se investire risorse economiche in un terzo scalo nella regione fosse davvero imprescindibile, ma si sa, queste sono decisioni legate a tutta una serie di situazioni politiche, economiche e sociali su cui ragionare non porterebbe probabilmente ad una risposta univoca.

Lasciando però perdere quest’aspetto, è comunque interessante sottolineare quanto la sostenibilità ambientale, una volta terminata la costruzione, sia uno dei dettagli su cui si sia focalizzata maggiormente l’attenzione.

Lo scalo di Viterbo infatti dovrebbe produrre grossa parte della propria energia (grazie al contributo integrato di solare fotovoltaico, geotermia e biomassa a filiera corta che recuperi il sistema agricolo locale, anche con sistemi ad idrogeno) e disporrà di un sistema architettonico passivo capace di limitarne i consumi.

La gestione dei rifiuti inoltre si baserà sulla raccolta differenziata, anche con sistemi pneumatici, mentre per quel che riguarda la gestione delle acque verranno limitati gli sprechi attraverso una rete duale per acqua potabile ed il ricircolo dell’acqua dei servizi.

Il ricircolo di quest’ultima dovrebbe avvenire attraverso la filtrazione e disinfezione delle acque di pioggia e di ruscellamento superficiale, anche con fito-bio-depurazione.