Pittoresca “ruina” imbrigliata in una fitta boscaglia di lecci e aceri l’antica Galeria si lascia scoprire con pudore arcano. E’ come si concedesse solo a spiriti erratici e colti, tutta intenta a serbare, dietro l’aura lieve e brumosa della città morta, il segreto delle sue origini etrusche. Qui probabilmente, vi era l’antica Careiae, etrusca e poi romana, con cave di selce, la pietra basaltica che lastricava le vie. Un centro di non grande importanza lungo l’asse strategico tra Veio e Cerveteri e una stazione di posta (stationes) lungo il percorso della via Clodia, come testimoniato per altro dalla Tabula Peutingeriana.
“La pittoresca desolazione delle sue strade, semiricoperte di vegetazione e dei suoi edifici sgretolati lo rende uno dei luoghi più belli da visitare per quanti amano gli angoli isolati nelle vicinanze di Roma”
(Thomas Ashby, La campagna romana nell'eta' classica)
Si svela man mano in un sentiero sterrato in mezzo ad una intricata vegetazione di cerri, olmi e ontani e si lascia varcare attraverso un grande arco, una sorta di soglia iniziatica per un viaggio senza tempo. Se dovessimo dipingere un luogo in cui Natura e Storia si intrecciano a disegnare un paesaggio di una grandezza misteriosa e sublime non troveremmo rappresentazione più efficace di questa.
“...non ci deve abbattere il pensiero che la grandezza è passeggera, ma piuttosto, riflettendo che il passato è stato grande, dobbiamo acquistar coraggio per produrre qualcosa di notevole, che a sua volta, anche quando sarà caduto in rovina, ecciti i posteri a una nobile attività, come non hanno mai mancato di fare i nostri predecessori”
( Goethe, Viaggio in Italia)
Con la caduta dell’Impero quel centro si trasforma in domusculta, un vero e proprio borgo agricolo poi distrutto dai Saraceni. I primi documenti medioevali risalgono ad una bolla del 1026 di papa Giovanni XIX, in cui si menziona la chiesa di San Nicola che era probabilmente inserita in un piccolo borgo fortificato.
Fu proprio a Galeria che il papa Benedetto XII (1334-42) pose fine alle lunghe lotte tra gli Orsini ed i Savelli per il dominio della Campagna Romana. Solo nel XVI secolo, Galeria, divenuta ormai proprietà degli Orsini, prende le fattezze di un vero e proprio abitato e probabilmente a questo periodo risalgono i resti monumentali che ancora si vedono immersi nella lussureggiante vegetazione.
Delle pareti splendenti di marmi, della ricca pavimentazione, delle nicchie e statue, dei dipinti, più nulla resta. La Natura si è riappropriata del luogo, lo ha fatto suo ricoprendolo di muschi e arbusti, ha quasi cancellato tutto quanto segnasse la presenza dell’uomo, lasciando riaffiorare solo il campanile della chiesa di S. Andrea, gli avanzi del Palazzo Baronale e della cinta fortificata col suo grandioso ingresso ad arco e, con essi, un quadro di paesaggio: di una sublime, toccante, arcaica solennità.