Sistina_Paolucci

Troppi visitatori nella  Cappella Sistina, troppa umidità provocata dai loro corpi e dal loro respiro, dal sudore, l’impianto di aria condizionata non è più adeguato, tanti elementi inquinanti: insomma, le mirabolanti pitture dello stesso Michelangelo ( la Volta e il Giudizio Universale ), ma anche di Botticelli, Perugino, Pinturicchio, Signorelli, godono di non ottima salute. 

 

thumb_Cappella-SistinaSe ne sono accorti gli esperti vaticani, dopo una “spolveratura” della Cappella, durata quasi un mese, svolta solo di notte (montando e smontando i ponteggi, perché i turisti non venissero impediti). Quindi, occorre prendere provvedimenti, quali non si sa ancora. Lo dice il direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, in un modo abbastanza singolare: con un articolino sul sito on line dell’Osservatore romano. Ovviamente, non ci sono indicazioni di riferimento, nemmeno sulla portata del “malessere”; ma questa «è una sfida più ardua del restauro» svolto alla fine degli Anni Novecento, dice Paolucci, gia soprintendente a Firenze e ministro dei Beni culturali con il Governo Dini. Occore «misurasi con questo nobile invito»: di avere, per la tutela delle opere, «risorse di credibilità e intelligenza non inferiori a quella che i grandi hanno messo in opera nel fare arte». 
Allungare gli orari e “spalmare” i visitatori, rifare gli impianti, o altro ancora? I Musei Vaticani sono il sito d’arte più visitato della Penisola, sono tre milioni di persone all’anno, e nessuno manca di recarsi in Sistina. "A molti anni dalla conclusione del contrastato e tuttavia esemplare intervento di restauro, la Cappella Sistina coinvolge l'attenzione dei responsabili dei Musei Vaticani - si chiede Paolucci sull'Osservatore Romano - per ragioni conservative persino più importanti della disputa sull'utilizzo dei solventi e sui livelli di pulitura" che alla fine degli anni '80 monopolizzò l'attenzione degli esperti. "Oggi - spiega il direttore dei Musei Vaticani - il problema di questo luogo mitico visitato ogni giorno da parecchie migliaia di persone è rappresentato dalla pressione antropica eccessiva (e quindi bisognosa di rettifiche e di compensazioni ambientali di proporzionata efficacia), dal non più adeguato controllo climatico, dall'insufficiente abbattimento degli inquinanti". 
Dal Vaticano, all’Italia, giunge anche un ammaestramento: si chiama manutenzione programmata, una virtù che il nostro Paese, ormai da tempo, ha purtroppo perduto.

 

"Agli uomini del nostro tempo    - rileva il direttore dei musei vaticani citando il professor Giovanni Urbani. il grande teorico della conservazione preventiva -  non è dato produrre capolavori d'arte paragonabili a quelli del passato. Non ci sono e non ci saranno, ai nostri giorni, nuovi Michelangelo e nuovi Raffaello. Possiamo però dispiegare, per la conservazione del patrimonio, risorse di creatività e di intelligenza non inferiori a quelle che quei grandi hanno messo in opera nel fare arte, perchè le opportunità offerteci dalla scienza e dalla tecnica sono oggi virtualmente infinite". E dunque "la 'spolveratura' della Cappella Sistina ci invita a misurarci con questo nobile invito".

 

TERMINANO I NUOVI LAVORI DI MANUTENZIONE DELLA CAPPELLA SISTINA

 

CITTA' DEL VATICANO, giovedì, 2 settembre 2010 (ZENIT.org).- Si è conclusa all'alba del 10 agosto la “spolveratura” della Cappella Sistina, ha reso noto Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani.

In un articolo pubblicato su “L'Osservatore Romano”, Paolucci riferisce che dalla metà di luglio - “lavorando di notte perché solo di notte la Cappella Sistina è libera da turisti, visite speciali e incombenze di vario genere” - una trentina di specialisti si è alternata sulle pareti di questo gioiello artistico.

L'impresa è stata coordinata da Vittoria Cimino, responsabile dell'Ufficio del Conservatore nei Musei Vaticani.

“Dopo che i 'clavigeri' con la loro ben nota efficienza sprangavano le porte e pronunciavano il fatidico extra omnes, insieme al silenzio della notte entravano in Sistina i 'nostri'”, spiega Paolucci.

Hanno fornito a turno la loro opera gli specialisti del Laboratorio Restauro Pitture e gli addetti alla Squadra Manutenzione di Antonio Maura. Tutti “hanno dimostrato dedizione e professionalità assolutamente ammirevoli, portate ben oltre quelli che in linguaggio burocratico si chiamano i 'doveri d'ufficio'”.

“Basti dire che l'operazione si è conclusa con anticipo di quattro giorni rispetto alla data programmata”, commenta il direttore dei Musei Vaticani.

Erano quattro anni che nella Cappella Sistina non si svolgeva il delicato lavoro di rimozione delle polveri accumulate e sedimentate e di revisione contestuale dello stato di salute delle superfici, in gergo “spolveratura”.

“Lavorando sui ponteggi metallici montati e smontati ogni sera, sospesi come astronauti in cima alla piattaforma del 'ragno', la gru mobile e snodabile che porta l'operatore fino a venti metri d'altezza a contatto di occhi e di mani con i Profeti e con le Sibille di Michelangelo”, i restauratori hanno rimosso “quantità inimmaginabili di polveri e di sedimenti” depositati sulla Cappella da quattro anni che hanno visto una media di 20.000 visitatori al giorno.

Paolucci ricorda di essere salito anche lui sul “ragno” “in queste notti romane che rimarranno per me indimenticabili”.

“Erano vent'anni che non prendevo contatto con la 'pelle' della Sistina. Da quando, direttore dell'Opificio delle Pietre Dure e soprintendente di Firenze, ebbi modo di salire sui ponteggi durante il grande restauro di Fabrizio Mancinelli e di Gianluigi Colalucci”.

All'epoca, confessa, “furibonde polemiche” accompagnarono la pulitura della volta. Il dissenso, a suo avviso, “si spiega con l'inatteso impatto visivo che un Michelangelo incredibilmente 'colorato' ha prodotto su chi era abituato a vederlo e soprattutto a immaginarlo in 'bianco e nero'”.